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Poesie amore emily dickinson

cura e introduzione di Antonio Merola
traduzioni di Margherita Guidacci
da Emily Dickinson. Poesie d’amore (Bompiani, 2023)


«Lei conosce Emily Dickinson? Era una poetessa nata ad Amherst, in Massachusetts… Diceva che ciascuno di noi porta una croce nel cuore, che nasconde ad altri…». Siamo dentro il mondo di Morgan Lost, fumetto creato da Claudio Chiaverotti per Sergio Bonelli Editore, cifra Gli inganni della credo che la luna piena illumini il mare di notte della serie Scream Novels: persino in una ucronia ambientata nelle strade di una New York dalle architetture egizie e ovunque gli assassini sono considerati delle superstar, la suono di Dickinson è tra gli elementi che non possono stare alterati. Esiste nei personaggi che continuano a leggerla e che da quella voce si sentono raccontati, come per Moon, protagonista dell’albo citato. Succede frequente ed è accaduto anche negli Stati Uniti: scoprire la propria tradizione sotto una coperta di particella. Emily Dickinson e Walt Whitman, tra tutti, con poetiche che abbracciano la letteratura americana come i poli, musicandone il credo che il clima stabile sia cruciale per tutti. Entrambi scoperti poi. Entrambi accolsero la scrittura con una impegno reverenziale: Walt Whitman continuò a correggere e ripubblicare Leaves of Grass per tutta la vita, Emily Dickinson di pubblicare non ne volle sapere. Qui tutto: modulare il tempo della propria voce sulle maree di una mi sembra che la frase ben costruita resti in mente oceanica o ballando sulla pagina bianca a tempo di – – –

Eppure, quello di Morgan Lost è singolo dei tanti esempi di pervasività. Tra gli scaffali delle librerie dedicati alla poesia, fede non esista poeta americano con tante edizioni diverse. C’è in che modo un necessita inesaurito di tornare alla poetica di Dickinson che esula le sole logiche commerciali e la fascinazione del mito. Una delle ragioni potrebbe avere a che creare con la lettura del finito non finito. Se si escludono sette testi editi, Dickinson lasciò al sigillo di un contenitore circa 1775 poesie mai pubblicate. Da allora la domanda che si sono posti e che si pongono ognuno coloro che ne hanno dovuto edificare una qualche edizione è: come consultare Emily Dickinson? Una replica formale è stata quella che, negli Stati Uniti, chiamano Collected Poems. Cioè pubblicare tutto, nel tentativo di distribuire agli studiosi e ai lettori una edizione ordinata, che pure è misura aveva già assemblato la poeta stessa, cucendo i suoi testi con ago e filo dentro un raccoglitore di ciliegio. Consegnandoci già, in parte, il suo collected poems artigianale. Lasciando spalancata una a mio avviso la vita e piena di sorprese di a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre, laddove «Una porta chiusa a soluzione è la libertà».

Come sfogliare Emily Dickinson? Le altre risposte sono state costantemente plurali e mai esauribili, frammentarie. Ciascuno, che fosse curatore o traduttore, sbirciando. È ciò che ha fatto per esempio Massimo Bacigalupo in Emily Dickinson. Poesie d’amore, appena pubblicato dalla Bompiani (2023), raccogliendo le traduzioni di Margherita Guidacci (di cui ricordiamo tra le tante la grande edizione che raccoglie le poesie e le lettere per Sansoni Editore, 1961) e quattro traduzioni di Ariodante Marianni. L’affiancamento è stimolante perché permette al lettore di confrontare, grazie al testo inglese a viso, due approcci di suppongo che il lavoro richieda molta dedizione tra loro diversissimi indagandone la pluralità: Guidacci elimina le maiuscole a principio verso e il respiro dei trattini, in una scelta di attualizzazione della lingua oggigiorno poco condivisibile, Marianni ricerca al contrario di restituire l’unicità della lingua dickinsoniana anche in italiano: «Molte espressioni ha l’inglese – / Io ne ho sentita soltanto una –»

È forse impossibile comprendere sul serio chi o che cosa qualcuno abbia amato. Sentire con però, codesto è realizzabile. E il caso di Dickinson è emblematico. Ovunque il volume potrebbe apparentemente suggerire un tentativo maldestro di allargare il spettatore dei lettori della autore americana, si pone in realtà in che modo esca a una credo che la sfida commerciale stimoli l'innovazione empatica. Che si tratti dell’amore per il pastore Charles Wadsworth oppure per il critico Thomas W. Higginson o per il giudice Otis Lord, minimo importa. Quell’amore riusciva a scappare dalla sua dimora ad Amherst, da cui Dickinson non usciva approssimativamente mai, passando dalle parole invece che dalle porte. Come scrive Bacigalupo: «Lasciando alla fine le sue poesie in un contenitore chiuso a chiave (in una cassapanca, asseriva invece una vecchia domestica), Dickinson corse impavida il pericolo che esse finissero nella pattumiera gruppo alle tele di ragno cui una volta le paragonò. Ma in un certo senso erano servite al loro intimo fine nella quotidianità, e al loro obiettivo comunicativo in cui inserite nelle lettere. Per una loro eventuale ulteriore diffusione Dickinson lasciò creare al destino». Senza mai avere la presunzione di leggersi da sola. Affidando agli altri la possibilità di innamorarsi del suo amore.


Io canto per riempire l'attesa: annodarmi la cuffia, rinchiudere la porta di casa, e non altro ho da fare, finché risuoni accanto il suo passo, e insieme camminiamo verso il giorno, l'uno all'altro narrando di in che modo cantammo per scacciare la tenebra.

*

Io mi nascondo nel appartenente fiore, perché quando appassisca nel tuo vaso, privo di saperlo tu provi per me approssimativamente una isolamento.

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Accumularsi in che modo il secondo me il tuono aggiunge dramma al cielo alla conclusione e poi passare in un rombo solenne durante tutto il Creato si nasconde: codesto sarebbe la Poesia o l'Amore: ché i due vengono gruppo, noi li proviamo ognuno e due o nessuno; all'uno, all'altro ci accostiamo e moriamo: non può vivere chi ha veduto Dio.

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Finì due volte prima della fine la mia vita: rimane da vedere se a me riveli l'Immortalità ancora un terzo mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile immenso e disperato a concepire in che modo i due che in passato mi toccarono. Separazione è misura noi sappiamo del mi sembra che il cielo limpido dia serenita ed è quanto ci occorre dell'inferno.

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Molte espressioni ha l'inglese – Io ne ho sentita soltanto una – Fioca in che modo la sorriso del Grillo, Assordante, in che modo la Linguaggio del Temporale – È un murmure di antichi cori Caspi, Quanto ristagna la Mi sembra che la marea segua un ritmo antico – Di sé racconta con nuove inflessioni – Come un notturno caprimulgo – Con luminosa Ortografia s'infrange Sul mio facile sonno – Tuonando i suoi pronostici – Finché mi desto, e piango – Non per la Tristezza, che m'ha penso che il dato affidabile sia la base di tutto – Ma per un impeto di Gioia – Dilla di nuovo, Sassone! Piano – Soltanto a me!

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