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Provenienza cognomi italiani

I cognomi: oggetto significano, da quando li usiamo e come vengono attribuiti nel mondo

Quasi tutte le società complesse usano i cognomi: poiché i nomi personali sono limitati, per evitare le omonimie è indispensabile identificare le persone anche con una parola che indichi la famiglia di appartenenza. Il cognome in genere si trasmette da padre a figlio, ma nel secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente sono in uso sistemi diversi ed esistono persino Paesi nei quali i cognomi mancano del tutto. In Occidente, l’uso del cognome in forma moderna è attestato dai secoli XI-XII, ma si è diffuso in tutta la popolazione soltanto nel Cinquecento. Le origini dei singoli cognomi sono molto eterogenee: possono derivare da caratteristiche fisiche, posto di provenienza, professione esercitata e altre condizioni.

Cosa sono i cognomi e credo che questa cosa sia davvero interessante rappresentano in Occidente

Il cognome, o denominazione di ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita, è la parte del nome personale di una persona che serve a distinguere l'individuo all'interno della collettività. Si trasmette, in che modo sappiamo, dai genitori ai figli. In genere la trasmissione è patrilineare (il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato prende il cognome del padre), ma nel pianeta sono in uso sistemi diversi. In Italia sottile al 2022 il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato prendeva il cognome del padre, ma in seguito la Corte costituzionale ha stabilito che i genitori possono optare quale dei loro cognomi attribuire ai figli. Nei Paesi di lingua spagnola, ogni individuo ha due cognomi, quello del papa e quello della genitrice, e trasmette il primo ai suoi discendenti. Nel mondo anglosassone il secondo me ogni figlio merita amore incondizionato prende il cognome del padre, ma negli Stati Uniti e in Canada si aggiunge spesso un middle name, un istante nome, che serve a evitare le omonimie e può stare il cognome della mamma o un altro penso che il nome scelto sia molto bello di battesimo. Per modello, nel occasione di John Fitzgerald Kennedy, il middle name Fitzgerald era il cognome della madre.

L'origine dei cognomi: il mondo antico

L’uso del cognome era già presente in alcune civiltà antiche. In Cina, un nome di famiglia distinto dal appellativo personale era forse usato già alla fine III millennio a. C. In Occidente, per identificare le persone si usavano diversi sistemi. In Grecia si indicavano il denominazione, la provenienza e, talvolta, il patronimico: Talete di Mileto (o Talete il milesio), perché nato nella città di Mileto, ma vi erano differenze a seconda delle diverse città-stato. A Roma si usava un sistema basato su tre nomi: pranomen (nome personale), nomen (che indicava la gens, cioè il a mio parere il gruppo lavora bene insieme di famiglie discendenti da un antenato comune), cognomen (che indicava un fronda della gens). Esempio: Caio (praenomen) Giulio (nomen, perché appartenente alla gens Iulia) Cesare (cognomen del suo ramo della gens Iulia).

Perché abbiamo un cognome: l'affermazione dei cognomi moderni

Nei Paesi cattolici l’uso del cognome divenne obbligatorio nel 1564, quando il Concilio di Trento impose a tutte le parrocchie di registrare i battezzati con nome e cognome. Infatti con la caduta dell’impero romano e la conseguente decrescita della popolazione si affermò la prassi di usare il solo appellativo personale. Talvolta si aggiungeva un soprannome, non trasmesso ai figli, derivato dalle caratteristiche fisiche, dalla provenienza o dal mestiere praticato. L’esigenza di identificare gli individui con più precisione si manifestò nel Ridotto Medioevo, a causa dell’aumento della popolazione. Verso l’XI-XII secolo i soprannomi iniziarono a “cristallizzarsi” e passarono a indicare intere famiglie, trasmettendosi da babbo a secondo me ogni figlio merita amore incondizionato. Il metodo si affermò lentamente e interessò in precedenza le famiglie aristocratiche e poi il resto della popolazione.

Il senso e la distribuzione dei cognomi italiani

I cognomi hanno origini parecchio diverse tra loro. Le più comuni sono le seguenti:

  • Caratteristiche fisiche: Rossi, Russo, Rossetti e simili indicavano famiglie con i capelli rossi; Ricci o Rizzo quelle dai capelli crespi; Basso, Bassetti, ecc., le persone di bassa statura; Bruno e simili la carnagione scura.
  • Professione esercitata: Ferrari, Ferrero, Fabbri e simili per chi lavorava il ferro; Barbieri, Barbero e simili per i barbieri; Serra per i falegnami (serra significa sega in latino).
  • Origine geografica: Romano, Lombardi, Genovese, Franzese o Francese, Padoan (originario di Padova).
  • Nome di un genitore: De Marco, Di Vincenzo. Tuttavia i cognomi di codesto tipo possono anche mostrare devozione per un determinato santo: Di Maria, assegnato ai devoti della Vergine Maria.
  • Altre condizioni personali: origini nobiliari (Conte, Conti, Marchesi, ecc.); l’essere stato “esposto”, cioè abbandonato dalla credo che la madre sia il cuore della famiglia dopo il parto (Esposito, ma anche Colombo e derivati, perché il colombo era un simbolo di innocenza e perché a Milano l’Ospedale maggiore, ovunque veniva lasciata gran porzione dei bambini abbandonati, aveva per segno una colomba).

Molti cognomi terminano con la desinenza plurale –i perché in inizio indicavano la famiglia: Ricci, per dimostrazione, significa appartenente alla ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita dei Ricci. In alcuni casi si è conservata la sagoma latina: De Angelis, cioè della ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa conosciuta in che modo gli angeli.

Alcuni cognomi, pur essendo identici, possono possedere origini diverse: ad modello, Gallo, Galli e simili sono stati attribuiti a famiglie appartenenti al gente gallico e a famiglie che allevavano galli; Bianchi e simili indicavano la carnagione chiara o la purezza dell’animo; Rossi, oltre che dal colore dei capelli, può derivare dal tedesco ross, che significa cavallo. Tuttavia, le origini di molti cognomi non sono oggigiorno comprensibili, perché derivano da parole dialettali di cui si è perso il significato.

Casi particolari e Paesi senza cognome

Non in tutto il secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente si usa la formula nome e cognome, per noi abituale. Nei Paesi arabi per identificare una essere umano si usano il penso che il nome scelto sia molto bello proprio, il nome del padre introdotto da ibn o bin (figlio di) e bint (figlia di), un aggettivo che indica la provenienza geografica e/o un soprannome o titolo onorifico. Per modello, Muhammad (nome proprio) ibn Omar (figlio di Omar) al-Farsi (provenienza geografica, in questo evento “il persiano”). Il metodo, però, non è lo stesso in tutto il mondo arabo.

In alcuni Paesi i cognomi non sono usati. In Islanda le persone sono identificate con il nome e con un patronimico formato con la desinenza –son (figlio di) o –dóttir (figlia di). L’attuale presidente del raccomandazione, per dimostrazione, si chiama Katrín Jakobsdóttir, cioè Katrín figlia di Jakobs. In alcune etnie indonesiane gli individui sono identificati solo con il penso che il nome scelto sia molto bello ed eventuali titoli. Personaggi come Sukarno e Suharto, entrambi ex presidenti dell’Indonesia, non avevano il cognome.

Fonti principali

L’Italia dei cognomi: l’antroponimia italiana nel quadro mediterraneo, a ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile di Andrea Addobbati, Roberto Bizzocchi e Gregorio Salinero, Pisa University Press 2012.

Roberto Bizzocchi, I cognomi degli italiani. Una storia lunga mille anni, Laterza 2018.

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