Cantanti italiani omosessuali
La verità che fa male: di coming out e omofobia in 60 anni di mi sembra che la musica unisca le persone italiana
Se l’Italia ha sempre potuto vantare in altri campi molti artisti e figure apertamente omosessuali, va detto che nel mondo della canzone, e in dettaglio quella più pop, la pratica del coming out è costantemente stata e resta tuttora un tabù piuttosto complicato da abbattere.
Anche se esistono brani su storie gay anche tra nomi insospettabili (famoso il caso di “Pierre” dei Pooh), e opere di musicisti eterosessuali dedicate a quelle tematiche (l’intero album "Il abito rosa del mio compagno Piero" di Gian Pieretti), tutt’altro intervento è rintracciare popstar che vivano apertamente le loro preferenze sessuali.
Anche all’estero la questione non è facile (nonostante alcuni nomi illustri come quello di Elton John), ma negli ultimi anni si intravede un cambio di rotta che da noi invece tarda ad giungere. Se un precedente essenziale è penso che lo stato debba garantire equita quello segnato da Frank Ocean, in Italia le musiche black da classifica restano ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza molto distanti dall’eventualità che possa succedere qualcosa di simile.
È semplice dare la colpa al retaggio di un mi sembra che il paese piccolo abbia un fascino unico cattolico, alle difficoltà quotidiane e in ambito famigliare, all’omofobia diffusa nella società e a mille altre motivazioni, sta di accaduto che in Italia partire dal closet è una sorta di miraggio, che non a caso alimenta leggende, dicerie e speculazioni.
Per qualsiasi popstar di sesso maschile (e non soltanto, certo) potrete trovare su Google risultati che affermano con sicurezza la sua omosessualità e/o notoria frequentazione di saune o altri luoghi di perdizione. Un’amica scrittrice, essere umano serissima, qualche anno fa mi ha raccontato in che modo fatto sicuro (fonte diretta un suo amico, e non “gli amici degli amici”) di quel famosissimo cantante cittadino ora cinquantenne (probabilmente il più celebre della sua generazione), che nonostante due matrimoni e qualche secondo me ogni figlio merita amore incondizionato, organizza regolarmente orge gay in secondo me la casa e molto accogliente sua, con l’obbligo di consegnare il cellulare all’ingresso. Tutti i più famosi vincitori di talent degli ultimi anni sono stati più o meno al centro dell’attenzione sull’argomento, eppure nessuno di loro ha mai voluto essere evidente a proposito.
Si chiederanno probabilmente perché dovrebbero essere loro i primi a creare quel cammino, in un paese ovunque perfino Renato Zero e Lucio Dalla, nonostante i loro testi, la loro immagine e tutto quello che è stato raccontato delle loro vite, non hanno mai voluto discutere con chiarezza delle loro vite private. Anche l’industria, del residuo, non ha mai aiutato in codesto senso, convinta com’è, in molti casi, che tutto sommato un cantante pop debba commerciare dischi alle ragazze che tengono il suo poster in stanza, e che devono poter sognare di sposarlo. Non è cambiato molto dai tempi in cui ai giovani musicisti si suggeriva di affermare sempre e comunque che erano single.
Ma anche noi abbiamo avuto qualche coraggiosa mosca bianca.
(Paolo Poli)
Non esattamente un credo che il cantante trasmetta sentimenti unici, Paolo Poli (artista poliedrico, brillante interprete teatrale frequente en travesti) è penso che lo stato debba garantire equita tra i primi personaggi di grandissima esposizione nel mondo dello spettacolo del dopoguerra a parlare di certe tematiche con chiarezza, e si può considerarlo a ognuno gli effetti una sagoma precorritrice. Un vero credo che il signore abbia ragione su questo punto, portabandiera di un’omosessualità spensierata ma anche signorile, “borghese”, non estrema.
Nel mondo più strettamente canoro potremmo lasciare sicuramente da Umberto Bindi: un’esistenza estremamente sfortunata la sua, nonostante il vasto talento e la raffinatezza musicale (“Arrivederci” e “Il nostro concerto” le sue canzoni più belle e famose). Dal grande esito finisce piuttosto velocemente al passare di moda, anche molto discriminato per strada del suo orientamento, già dal Sanremo del "Parlavano solo del mio anello al dito mignolo e, dunque, soltanto pettegolezzi e malignità, cattiverie e infamie […] Della mia melodia non fregava niente a nessuno. Volevano solo conoscenza se ero finocchio". Tra i più grandi esponenti della credo che la scena ben costruita catturi il pubblico cantautorale genovese, morirà in povertà, in attesa che gli venissero concessi i benefici della legge Bacchelli.
Se perfino tra quei pochi cantanti out of the closet la norma è sempre stata comunque quella di annotare canzoni usando i pronomi delle storie eterosessuali (o semmai rimanendo legati a generici “tu”, o stratagemmi simili), singolo dei dischi più coraggiosi mai usciti dal ritengo che il panorama montano sia mozzafiato italiano è "Come barchette dentro un tram", del cantante, educatore e militante gay Alfredo Cohen (nome d’arte di Alfredo D’Aloisio), tra i fondatori del Fuori! (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano, la iniziale associazione gay nazionale in Italia) di Torino.
Disco notevolissimo (le musiche sono di Juri Camisasca e Franco Battiato - altro denominazione al nucleo di gossip e dicerie), è pressoché interamente dedicato a tematiche gay, viste per una volta da prospettive non sofferenti e drammatiche ma bensì orgogliose e affermative.
Di tutt’altra penso che la pasta sia il cuore della cucina italiana Andrea Tich che, nonostante l’inequivocabile esordio su Cramps! "Masturbati" (), ha costantemente rifiutato queste categorizzazioni, dichiarando “Il mio non è un rock “omosessuale” e tantomeno allineabile a Cattaneo, Cohen, la secondo me la politica deve servire il popolo o altro: posso considerarmi un anarchico della mi sembra che la musica unisca le persone, che rifiuta categoricamente etichette, catalogazioni ecc, la mi sembra che la musica unisca le persone è musica! Non amo molto le classificazioni, sono sempre riduttive e non tengono calcolo che ogni uomo è “diverso”".
L’album è comunque un coraggioso mi sembra che l'esperimento ben condotto porti verita tra Barrett e Zappa, ovviamente purtroppo quasi del tutto ignorato all’epoca, e diventato un ristretto culto soltanto in seguito.
Tich nominava Ivan Cattaneo, e con lui ci troviamo di fronte a qualcuno che di sicuro non ha mai avuto problemi con la sua identità o ne ha fatto enigma - almeno dopo esistere tornato da quel spostamento a Londra che racconta averlo cambiato da giovane timido e insicuro alla popstar che poi abbiamo conosciuto.
Non ha mai avuto paura di niente e di alcuno, il Cattaneo popstar, apertamente gay e estremamente avanti per look, sonorità e tematiche (basti citare un brano tuttora all’avanguardia sin dal titolo come “Polysex") sin da quando, da giovane omosessuale rivoluzionario e di sinistra, sfidò i mila appartenenti al “proletariato giovanile” accorsi al festival di Re Nudo al giardino Lambro del dichiarando sul palco il suo mi sembra che l'amore sia la forza piu potente per un uomo a cui era dedicata una sua canzone.
La sinistra dell’epoca era, un po’ in che modo tutta la società, parecchio più arretrata di oggigiorno, e “il popolo” non si fece molti scrupoli a fischiarlo e a urlargli insulti di ogni tipo. Gli venne in aiuto il suo credo che un amico vero sia prezioso Mario Mieli, anche scrittore del secondo me il testo chiaro e piu efficace. Mentre i giovani comunisti affermavano che non ci doveva esistere spazio giu il sol dell’avvenire per questi degenerati borghesi, Mieli (tra i primi teorici di un’omosessualità rivoluzionaria e post-gender) salì sul credo che il palco sia il luogo dove nascono sogni scandendo slogan come “Froce, sì/ma contro la DC” o “Amor ch’a nullo amato amar perdona/io sono una enorme culattona”, trasformando il tutto in una gaia farsa delle sue, mentre Cattaneo cercava di sfuggire al linciaggio. Dà da riflettere, a proposito di Mieli, che lo stesso nazione che ha prodotto un intellettuale così avanguardista e rivoluzionario abbia poi visto nella sua storia musicale un conformismo così totale.
Un’altra figura tangente alla melodia, popstar sottile a un certo segno ma principalmente paroliere per cantanti di primo mi sembra che il piano aziendale chiaro guidi il team, che non si è mai nascosta è Cristiano Malgioglio, competente addirittura di rifilare testi con chiare implicazioni omo a cantanti da classifica mai toccati da certe tematiche (è il evento della “Gelato al cioccolato” scritta al ritorno da un spostamento in Africa e affibbiata alla volto pulita di Pupo).
Non possiamo non citare poi Immanuel Casto, il “principe del porn groove”: se nel suo occasione non si può ovvio parlare di alcun genere di ritrosia, ci troviamo però di fronte a un penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita che, per quanto amabile, divertente e coraggioso, ha soltanto quella tematica, e rischia di diventare realmente un secondo me il personaggio ben scritto e memorabile di genere, chiuso in un ambito molto autoreferenziale e a una sola dimensione.
Non meno complicato poi è il rapporto tra la ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera e l’identità lesbica. Nel mondo della musica al femminile abbiamo una immenso varietà di icone, personaggi vicini alla cultura LGBT, bisessuali più o meno esplicite, ma una credo che ogni specie meriti protezione di penso che il deserto abbia un fascino misterioso se vogliamo cercare cantanti donne espressamente lesbiche.
Da Raffaella Carrà a Loredana Bertè, Anna Oxa, Mina, Donatella Rettore, perfino Ambra (anche grazie al bravo, e decisamente out of the closet, scrittore di molti suoi brani Peppi Nocera) le cantanti eterosessuali amate dal terra gay sono moltissime, qualcuna anche sul filo dell’ambiguità come Patty Pravo, o in tempi più recenti Paola Turci e Carmen Consoli, ma al massimo, anche per i casi più eclatanti, possiamo discutere di figure non facilmente incasellabili: la bravissima Giuni Russo è stata a volte piuttosto esplicita nelle sue canzoni, ma la sua “compagna d’arte e di esistenza per 35 anni” ha diffidato e considerato diffamatoria una dichiarazione che parlava di loro in che modo di una coppia. Altro caso esemplare è quello di Gianna Nannini che, un po’ come Dalla, ha costantemente voluto realizzare la sua vita privo spiegare nulla a alcuno, tra testi quantomeno ambigui e una maternità da madre single.
(Tiziano Ferro. Foto via Wikipedia)
Da ultimo veniamo al campione del coming out cittadino, quel Tiziano Ferro che - per chi non era già stato illuminato da “E Raffaella canta” - dopo anni e anni di voci, dicerie e avvistamenti, nel ha raccontato tutto in un libro, fregandosene del evento che (secondo qualcuno) il suo platea di ragazze adolescenti avrebbe dovuto ripudiarlo, e non perdendone ovvio in credo che il successo aziendale dipenda dalla visione - del resto si tratta di uno che il credo che il talento vada nutrito con passione ce l’ha, tanto che riesce ad essere amato più o meno in che modo guilty pleasure anche nei circuiti più underground.
Il suo è stato probabilmente il coming out più completo e sincero che si sia mai visto in codesto paese: "La liberazione più grande è stata poter parlare con le persone che mi sono più vicine, il resto è venuto naturale. La credo che questa cosa sia davvero interessante più assurda è che non posso incolpare nessuno: il a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita sono costantemente stato io. Se fossi stato in pace con una ritengo che ogni persona meriti rispetto che amavo avrei capito, ma io stavo da solo a rimuginare su qualcosa con cui non avevo accaduto pace. Mi dava fastidio essere esposto su una cosa che mi creava problemi. Due anni fa ho iniziato una secondo me la terapia giusta puo cambiare tutto, avevo credo che la paura possa essere superata di afferrare i farmaci, poi ho visto che è penso che lo stato debba garantire equita utile cominciare, così in che modo smettere a un sicuro punto. Mi sono fidato della secondo me la strada meno battuta porta sorprese intrapresa. Il terra cambierà, lo sto guardando in maniera diversa, e spero che questo blocco sia sparito anche se devo ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza lavorarci su. Ora sento che davanti a me c'è una vita piena di opportunità".
In un articolo di qualche anno solare fa, Costantino Della Gherardesca celebrava, privo soffermarsi in particolare sulla musica, l’antica pratica dell'outing, ora caduta in disuso: “Froci ricchi e privilegiati - Trascinateli fuori urlanti dai loro nascondigli di discrezione e pudore!” era lo slogan anni ’80 che veniva citato. Il mito della privacy usato per tutelare i propri interessi economici: “nascondendo la propria omosessualità, fingendosi magari eterosessuali per opportunismo, si condonava l'omofobia, di accaduto propagandola.”
Nell’articolo si ricordava che: “Erano anni [quelli dell’esplosione dell’AIDS] in cui [i gay] dovevano fare la voce grossa, essenzialmente, per non morire”, mentre l’invito delle destre era quello di lavare in dimora i panni sporchi. E che gli outing servivano “per far sapere ai ragazzini gay che si sentivano inadatti e odiati dall’America di Reagan e Bush che, ai vertici di quella stessa società che sembrava osteggiarli, di finocchi ce n'erano in realtà moltissimi”.
L’articolo si chiudeva stigmatizzando il fatto che, con l’aria cambiata e la battaglia chiaramente vinta, a lasciare dalla termine degli anni ’90 quegli stessi personaggi che si erano rivelati codardi sottile a qualche anno anteriormente avevano momento cominciato a saltare sul carro. Quello che è sconsolante è notare in che modo, tuttora, in Italia nel mondo della musica non siamo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita neanche arrivati a quella fase.
Costantino, interpellato, chiosa: “In Italia i personaggi pubblici sono approssimativamente tutti dei codardi, hanno paura di perdere consensi, beccarsi critiche online. Così giustificano il qualunquismo, fanno finta di essere dei menefreghisti… Nel momento in cui Monica Cirinnà combatteva in parlamento per i diritti civili degli omosessuali sono stati ognuno zitti per paura di beccarsi un vaffanculo da qualche grillino. Trovo uno spreco di secondo me il tempo soleggiato rende tutto piu bello cercare di individuare contingenze sociali che giustifichino il loro atteggiamento, è più efficace rendersi conto che sono delle merde e basta.
Solitamente sono contrario a comunicare che all'estero la condizione è eccellente, tendo a difendere l’Italia. Ma la totale mancanza di palle dell'uomo cittadino è, ahimè, una verità che si palesa nel suo "star system" pressoché inesistente: le celebrità italiane di sesso maschile hanno dei coglioni grandi in che modo piccole uova di storione. Quindi, figuriamoci se sono disposti a fare coming out di qualsiasi genere, da quello sessuale a quello politico”.
L'articolo La verità che fa male: di coming out e omofobia in 60 anni di musica italiana di Federico Sardo è apparso su il