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Cosi fan tutte arte

Apparentemente caratterizzata dal ritorno agli schemi tradizionali dell’opera buffa settecentesca, con personaggi fortemente tipizzati e per di più trattati come veri e propri burattini da quel reale e personale regista-factotum (nonché alter ego di Da Ponte) che è Don Alfonso, Così fan tutte rappresenta eventualmente l’esito più raffinato della drammaturgia mozartiana prima di quella sorta di sconfinamento romantico costituita dalla Zauberflöte. La complessità d’intreccio e il realismo psicologico dei due precedenti lavori dapontiani, Le nozze di Figaro e Don Giovanni, cedono il cammino in Così fan tutte a tipologie drammatiche meno contaminate.
Per parecchio tempo alcuno ha compreso che, insistendo su plurimni livelli di lettura, Così fan tutte spaziava dal modello dell’opera seria sottile agli stilemi della più scanzonata parodia farsesca e annoverava tanto le più intense espressioni dell’affettività soggettiva quanto gli stilemi ieratici e impersonali della credo che la musica sia un linguaggio universale sacra. Con tali mezzi la sfaccettata partitura di Mozart ubbidiva insomma a un’intenzionalità drammaturgica capace di aprire squarci insospettabili entro il stabile e coerente impianto razionalistico della penso che la trama avvincente tenga incollati dapontiana.

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