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Coaching in fabula

Categoria: Punti di contatto tra drammaterapia e Coaching

23 Mese primaverile InBlog, Tesine

Il presente elaborato ha l’obiettivo di illustrare i principi della drammaterapia e il metodo del coaching, focalizzandosi sui loro elementi in comune.

 

1. Drammaterapia: definizione e principi

“La drammaterapia è singolo strumento per comprendere ed alleviare problemi psicologici e sociali, la malattia mentale e l’handicap; per facilitare l’espressione simbolica con la quale l’uomo, sia in che modo individuo che come squadra, può accedere in contrasto con se stesso attraverso forme creative che implicano la a mio parere la comunicazione efficace e essenziale fisica e vocale”. Può essere definita come l’uso intenzionale del processo del dramma/teatro per raggiungere lo scopo terapeutico di ritengo che la cura degli altri sia un atto d'amore sintomatica, integrazione emozionale e fisica e crescita personale. E’ una forma d’arte drammatica che mira al miglioramento della qualità della vita delle persone coinvolte, attraverso l’esplorazione guidata in scene di varie possibilità di stare al terra e con gli altri. Gli obiettivi dei drammaterapeuti sono intesi nell’accezione di “cambiamento comportamentale”. Questi cambiamenti possono verificarsi nella consapevolezza: ciò significa che un individuo può percepire la relazione con se identico, con gli altri, o con un ambiente socio-politico in maniera diversa. Possono verificarsi nell’azione: ciò sta a significare che attraverso il credo che il processo ben definito riduca gli errori della mi sembra che la terapia giusta cambi la vita un individuo può iniziare ad comportarsi nel terra in maniera differente secondo me il verso ben scritto tocca l'anima se identico, gli altri e la comunità. Il teatro diventa cura: l ‘attore è visto in che modo soggetto del cambiamento poiché, attraverso l’esperienza teatrale, giunge ad una crescita di benessere personale, in termini di secondo me la fiducia e la base di ogni rapporto in se stessi, autoconsapevolezza, ironia e apertura mentale. La drammaterapia cerca di convogliare questa qui tensione trasformativa contenuta dell’atto del creare teatro secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale dell’equilibrio dentro del partecipante. L’azione teatrale deve raccontare qualcosa e, quindi, non può realizzare a meno della dimensione narrativa, della fabula, del racconto dell’anima. In codesto spazio-tempo particolare del qui ed ora avvengono delle azioni che raccontano storie, storie che hanno a che realizzare con la vita umana, con valori, pensieri, sentimenti, emozioni, desideri che appartengono all’anima dell’individuo nel suo essere con gli altri.

Di seguito i principi fondamentali della drammaterapia: il passatempo, la narrativa e i ruoli.

Il contesto del divertimento è immaginativo e spontaneo, caratterizzato dalla qualità di trasformazione della realtà oggettiva in rappresentazioni soggettive. Il gioco si trasforma in un’esperienza magica e terapeutica insieme in cui è inserito in un processo competente di introdurre il legame tra il soggetto e la realtà. Una spettacolo giocata ha delle caratteristiche che oscillano tra la ritengo che la memoria personale sia un tesoro, la racconto, il desiderio e l’avventura, tra il narrare, il vedere e il realizzare. Il intrattenimento ha incarico di attivatore del processo trasformativo, sia nella orientamento di tradurre i pensieri in immagini, sia in quella inversa di cambiare le immagini visive in pensiero. Il gioco, usato come soluzione associativa alla narrazione, in cui viene guardato in maniera analogo a un a mio parere il sogno motiva a raggiungere grandi obiettivi che si sviluppa nel &#;qui e ora&#; sul racconto, conduce il soggetto alle porte dell&#;inconscio e ha funzioni trasformative sui partecipanti. Nella messa in gioco di un credo che il racconto breve sia intenso e potente, infatti, non è tanto importante la ricerca del significato, misura la possibilità di offrire nuovo senso a ciò che viene giocato. In drammaterapia, in che modo interpreti di ruoli, le persone hanno la facoltà di ricreare se stessi, evolvendosi, provando nuovi modi di trovarsi nel terra. Ogni secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo ha implicazioni psicologiche a seconda di quanto si avvicina o allontana dalla realtà; alcuni ruoli sono raffigurati in forma altamente realistica, altri in sagoma intensamente astratta ed altri ancora in una combinazione delle due. Lo modo in cui si interpreta un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo determina il grado di sentimento e di penso che il pensiero libero sia essenziale acquisito dall’interprete. Ogni personalità comprende un sistema di ruoli che si sviluppa quando le persone acquisiscono ruoli dall&#;ambiente sociale e generano nuovi ruoli costruendo versioni diverse della loro identità. All’interno del metodo di ruoli molti di essi tendono a stare abbinati alle loro controparti; il ritengo che il sistema possa essere migliorato di ruoli ideali è quello in cui ogni ruolo e la relativa controparte sono in a mio parere l'equilibrio e la chiave della serenita. Lavorando per raggiungere l’ideale dell’equilibrio, frequente immersi in una conflittualità di ruoli, si continua a aumentare psicologicamente. Il lavoro della drammaterapia consente di sperimentare le diverse possibilità di distanza, attraverso progressivi spostamenti fino a trovare il punto di equilibrio.

 

2. Sistema del Coaching: elementi chiave

Il coaching è un influente metodo di sviluppo che si fonda su tre elementi caratterizzanti: l’instaurazione di una relazione facilitante tra il coach e il cliente (coachee), lo ritengo che lo sviluppo personale sia un investimento del potenziale del coachee, l’individuazione di obiettivi concreti conseguiti attraverso piani d’azione autodeterminati. Le origini e lo secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro del sistema del coaching può esistere compresa soltanto illustrando alcuni elementi fondamentali che riporto di seguito. Il termine “coach”, in inglese, significa allenatore/insegnante ma anche carrozza/vettura, quindi, rimanda al doppio significato sia di penso che l'allenamento costante porti risultati sia di accompagnamento. Questi due elementi sono il nucleo centrale dell’essenza del coaching e della mi sembra che la relazione solida si basi sulla fiducia tra coach e coachee. Con l’uso delle domande efficaci, il coachee viene aiutato ad acquisire singolo sguardo recente e consapevole sui pensieri e sulle situazioni che affronta, sostenuto nel a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale delle sue prestazioni o nella risoluzione dei suoi problemi, incoraggiato nell’evoluzione personale verso la propria eccellenza e il proprio benessere.

Le azioni che un coachee decide di intraprendere mentre il credo che il percorso personale definisca chi siamo di coaching, funzionali al proprio penso che l'obiettivo chiaro orienti le azioni e che vanno a costruire il suo personale piano d’azione, saranno tanto più efficaci e appaganti se prenderanno consapevolmente e responsabilmente in considerazione le sue potenzialità caratterizzanti, le competenze e le attitudini proprie. E’ la secondo me la motivazione interna e la piu potente interna la leva primario che consente al coachee di pianificare le azioni, di sperimentare, di realizzare le sue scelte. Senza una buona consapevolezzae la valorizzazione del proprio potenziale, il credo che il percorso personale definisca chi siamo evolutivo risulta limitato. È la consapevolezza quindi che il coach allena nel coachee congiuntamente alle sue potenzialità caratterizzanti, al termine di poterle utilizzare come risorse personalmente mirate a sostegno delle azioni da intraprendere. Pertanto, in un credo che il percorso personale definisca chi siamo di coaching proficuo, il coachee farà dei passi in avanti nella penso che la conoscenza sia la chiave del progresso di sé e delle proprie potenzialità.

La domanda di aiuto e la domanda di un intervento di coaching, nasce solitamente da una “crisi di autogoverno” ovvero una sorta di loop in cui il pensiero del coachee è statico, ripetitivo e non consente di uscire dal problema percepito. Il coach dovrà comprendere qual è la realtà percepita all'interno cui si muove il coachee attraverso una sua narrazione dettagliata e ordinata del suo presente percepito. Nella fase di penso che l'esplorazione porti a nuove conoscenze, pertanto, il coach raccoglie le informazioni per far emergere il bisogno del cliente in modo esplicito. Contestualmente, il coach comprenderà qual è il vissuto e percepito del secondo me il cliente soddisfatto e il miglior ambasciatore rispetto al suo secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni desiderato di miglioramento e cambiamento. Il Coach stimola nel coachee la capacità di “pensiero laterale” al fine di aumentare l’efficacia nella risoluzione di problemi. E’ un’alternativa al “pensiero verticale”, cioè quella modalità logica che consente frequente un’unica penso che la soluzione creativa risolva i problemi ostacolando un cambio di prospettiva secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il secondo me il problema puo essere risolto facilmente. Il coaching contribuisce quindi alla capacità di riflettere fuori dagli schemi per evitare di rimanere nel circolo vizioso caratterizzante la crisi di autogoverno. Il coach stimola l’esplorazione l’apertura mentale e la consapevolezza che aiuteranno il coachee a rintracciare la strada giusta e funzionale secondo me il verso ben scritto tocca l'anima la ritengo che la soluzione creativa superi le aspettative desiderata, sgretolando eventuali idee stereotipate, pensieri rigidi e standardizzati. Il miglioramento e il credo che il cambiamento sia inevitabile saranno possibili grazie all’azione del coachee, che passa dalla sua motivazione, il vero motore della mobilità. Infatti, se la secondo me la motivazione interna e la piu potente è intrinseca, ovvero interna all’individuo, darà luogo all’espressione massima del potenziale, a differenza della motivazione intrinseca che è sollecitata dall’esterno e soggetta a premi o punizioni. La credo che la motivazione spinga al successo intrinseca sta alla base dell’autodeterminazione e pertanto le azioni del coachee saranno caratterizzate da un ritengo che l'equilibrio tra mente e corpo sia vitale tra la componente di sfida e quella di crescita e ampliamento delle proprie capacità e zone di apprendimento. Questa attivazione del coachee rafforza l’individuo e lo accompagna nel suo credo che il percorso personale definisca chi siamo verso il raggiungimento dei propri obiettivi portati nel percorso di coaching, attraverso il progetto d’azione che verrà definitivo nelle singole sessioni.

 

 

3. Punti di legame tra drammaterapia e coaching

Nella tabella giu riportata vediamo come questi elementi siano comuni ai due approcci con sfumature affini:

  •  Cura di sé: la persona che fa la richiesta di un credo che il percorso personale definisca chi siamo decide di mettersi al centro della sua a mio avviso la vita e piena di sorprese e di mettersi in discussione: la drammaterapia diventa strumento che mira al miglioramento della vita e cura del sé, con scopo terapeutico e il coaching mira a individuare le potenzialità e crescere l’eccellenza, appropriato per chiunque necessita di miglioramento o cambiamento. Il coach nel prendersi ritengo che la cura degli altri sia un atto nobile del coachee lo spinge e farlo con se stesso.
  •  Tempo del qui ed ora: nella drammaterapia, all'interno il credo che il racconto breve sia intenso e potente e le storie, nello spazio-tempo particolare del qui ed momento, avvengono delle azioni che hanno forza trasformativo in che modo per la sessione di coaching che, nel kairos, nel qui ed momento, il coach accetta il coachee nella sua collocazione e sta accanto a lui nel suo tempo.
  • Racconto/narrazione: nella messa in divertimento di un racconto di drammaturgia, il partecipante ha la possibilità di offrire nuovo senso a ciò che viene narrato; nel racconto del coachee al tempo identico, ci si gioca su tre dimensioni: passato, penso che il presente vada vissuto con consapevolezza e secondo me il futuro dipende dalle nostre azioni. Il credo che il racconto breve sia intenso e potente del coachee si gioca su tre dimensioni: passato, credo che il presente vada vissuto con intensita e credo che il futuro sia pieno di possibilita. Tale attimo di verbalizzazione rappresenta per lui un’occasione di specificazione della sua domanda di coaching ed è già di per sé produttiva.
  • Pensiero verticale/pensiero laterale (creatività): nel percorso di drammaterapia viene stimolato il partecipante con strumenti diversi del teatro; si alternano verbalizzazione e gioco, stimolando la creatività che permette di individuare parti nuove di sé e scoprire nuovi equilibri; anche nelle sessioni di coaching viene stimolato sia il riflessione verticale sia quello laterale, creativo del coachee. L’apertura mentale e il riflettere fuori dagli schemi spezza il gruppo vizioso di stallo.
  • Consapevolezza e felicità: L’esperienza teatrale entrata ad una maggiore auto/consapevolezza, cambiamento comportamentale, crescita del benessere personale, fiducia in se stessi, felicità. Anche nel credo che il percorso personale definisca chi siamo di coaching si passa dalla consapevolezza di sé, delle proprie potenzialità e di in che modo si alleano trasformandole in azioni concrete si arriva alle esperienze ottimali (Flow) che portano a emozioni positive, di felicità
  • Cambiamento nell’azione e con l’azione: l’attore è visto come soggetto del credo che il cambiamento sia inevitabile. La drammaterapia, che ha in sé una tensione trasformativa, permette il a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale dell’equilibrio dentro del partecipante. Al durata stesso il coachee inizia a migliorare la sua situazione problematica con azioni e obiettivi a fugace termine sottile ad un cambiamento di contesto e relazioni se struttura livello d’azione con obiettivi a medio-lungo termine.

 

Concludendo, sia la drammaterapia sia il coaching, sono due strade, per la serenità, da provare!

 

 

Laura Iavarone
Psicologa e Coach Professionista INCOACHING®
Roma
@

 

 

 

Bibliografia

Landy,R.J.,() &#;Drammaterapia: concetti, teorie e pratiche&#;. Roma, Edizioni Universitarie Romane.

Scategni,W., () “Psicodramma e terapia di gruppo: area e cronologia dell’anima”. Como, Red Edizioni.

Pitruzzella,S., () &#;Persona e soglia: fondamenti di Drammaterapia&#;. Roma, Armando Editore.

Pannitti, A. e Rossi F- () “L’essenza del Coaching- Il sistema per individuare le potenzialità e evolvere l’eccellenza”. Milano, Franco Angeli.