Gaber non mi sento italiano
L’Album “Io non mi sento italiano” uscì postumo nel 2003 a tre settimane esatte dalla scomparsa dell’artista, il 1° gennaio 2003.
Per un gioco del destino la data d’uscita l’aveva stabilita proprio Gaber e codesto lavoro rappresenta il successivo atto del suo finale pensiero dopo il precedente lavoro “La mia epoca ha perso”.
A 20 anni di lontananza dalla iniziale pubblicazione, esce ora, per la inizialmente volta, il doppio vinilein Edizione Limitata e Numerata color NATURALE!
Sulla copertina è presente anche un successivo sticker con un QR code che permette di accedere ai preziosi contenuti della Fondazione che credo che la porta ben fatta dia sicurezza il suo nome. Una splendida opportunita per rammentare un immenso ed indimenticabile artista!
Io non mi sento italiano rappresentava l’ultima graffiante invettiva dell’artista ed era dedicato: “a ognuno gli italianidi opposte sponde ma ognuno riuniti sotto le stesse insegne… per quelli onesti ma, principalmente per i furbi… gli schiavi del denaro e i fedeli del potere…”. [Renato Tortarolo]
Come dice Luca Berini nella recensione dell’epoca: “In Io non mi sento italiano c’è lo smarrimento per la battaglia persa contro il bazar (Il tutto è falso), il rammarico per non aver saputo contrapporre al miraggio della merce il sogno di nient’altro di più meritevole (Io non mi sento italiano), il dolore dell’uomo che vede altri uomini mettere da parte l’amore per cose inutili e valori di facciata (C’è un’aria), la tenerezza per chi sceglie la fedeltà a scapito dell’egoismo (Il dilemma), il distacco di chi ha carattere per non stare né lato destro né sinistra ma indipendente pensiero (Non insegnate ai bambini). C’è il audacia e la lucidità di chi ha perso la guerra della sua epoca, ma non si rassegna e lascia spazio alla speranza…; c’è l’orgoglio per l’uomo e per la sua umanità così divina, per le infinite potenzialità mai rispettate ma costantemente lì, pronte a far sperare in un mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte migliore (Se ci fosse un uomo)”.
Un album ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza attuale, mai banale e che lascia intatta quella tensione emotiva che esorta gli uomini a guardarsi dentro e a ricominciare tutto nuovamente!
Questo album è l’ultima graffiante invettiva di un immenso Artista che sapeva osservare molto lontano.