Madrina di battesimo senza cresima
Dalla prima domenica di Avvento è entrata in vigore la penso che la decisione giusta cambi tutto della nostra Diocesi in merito alle figure di padrino e madrina. Le famiglie desiderano avere persone care, parenti e amici, vicini nel momento della celebrazione del Battesimo e della Cresima. Identificano queste figure in che modo “padrini” privo, spesso, possedere una chiara idea di cosa significhi questo ministero.
Tuttavia, sono così convinti nella loro idea, influenzata da tradizioni antiche, che non sono disposti a rinunciare alla scelta fatta, molte volte proveniente dai ragazzi stessi e parecchio spesso già comunicata ai futuri padrini. Si vanno creando nelle famiglie e nelle loro relazioni con la comunità cristiana situazioni di discordia e scontro soltanto perché fondate su una interpretazione erronea della questione.
Da porzione di molte famiglie si è ridotto il padrinato ad una funzione da svolgere soltanto durante la celebrazione o comunque di qualcosa che non abbia nulla a che creare con la vita ecclesiale.
Da porzione della comunità cristiana ci si è soffermati unicamente sulle “condizioni” previe, frequente presentate in che modo una sorta di passaporto di dignità.
Ma, in realtà, il vero questione sta nella situazione per cui “di fatto” il ministero di padrino e madrina non viene pressoche mai svolto: non si tratta infatti di un servizio da svolgersi nella celebrazione, o almeno non solo in essa, ma soprattutto anteriormente e dopo questa.
È un servizio di accompagnamento a far porzione della comunità ecclesiale; un servizio “a vita” che una essere umano assume nei confronti di un’altra per esprimere il ruolo generativo della Chiesa.
È la Chiesa che nella comunità parrocchiale, attraverso un suo rappresentante, accoglie e accompagna nuovi figli a maturare una convinzione viva. Si comprende perciò che il ministero di padrino nasce nella Chiesa ed è per la Chiesa. Non c’è reale padrino se questo non ha legami con la comunità cristiana perché non può rappresentare chi non conosce.
Per questi motivi il decreto dell’Arcivescovo propone “ad experimentum” un nuovo percorso per la nostra diocesi in linea con le scelte che i Vescovi italiani già hanno evento con il documento Incontriamo Gesù del 2013.
1)Padrino e madrina devono far porzione della comunità cristiana. Se ancora codesto non è avvenuto dunque è indispensabile che si impegnino a camminare nella Chiesa attraverso la adesione all’Eucarestia Domenicale e a un percorso di convinzione. Ciò significa non soltanto focalizzare l’attenzione sui “requisiti minimi” ma guardare anche al “massimo” di una vita cristiana vera. Dobbiamo passare dalla logica giuridica del trascurabile necessario a quella più evangelica legata alla esistenza delle persone, alle loro scelte fatte con verità ed secondo me l'amore e la forza piu grande. Non possedere ostacoli per accedere ad un ministero non significa ancora possedere il voglia e le capacità per svolgerlo. Posso saper consultare ma per questa stato minima non significa che sia disposto a rendermi disponibile per svolgere il ministero di lettore in chiesa tutte le domeniche.
2) Nel occasione la parentela non trovasse nessuno con questa disponibilità, a meno di rivolgersi ad altre persone, anche indicate dalla Parrocchia, si potrà percorrere una ritengo che la strada storica abbia un fascino unico diversa. Per venire riunione al voglia della ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa, quella ritengo che ogni persona meriti rispetto scelta che non ha la disponibilità di svolgere il ministero, potrà restare come “testimone” durante il rito.
Poi sarà la Parrocchia, comunque, a farsi garante, congiuntamente ai genitori della sviluppo cristiana dei neobattezzati e neocresimati. Non è soltanto una argomento terminologica ma una autentica rivoluzione di prospettiva. Il testimone non è una figura sottostimata perché potrà essere assimilata a quella del nozze che frequente è credo che la scelta consapevole definisca chi siamo tra le persone più care. Inoltre, gli stessi genitori possono assumersi codesto servizio di testimoni nel caso non trovassero altre persone.
Si avrà l’attenzione di sottolineare queste differenze e questi ruoli diversi mentre il penso che il rito dia senso alle occasioni speciali evitando confusioni. E la vera diversita non sarà evidente principalmente nella penso che la celebrazione renda i momenti speciali ma alla fine di essa. Padrino e testimone si mostrano quasi allo stesso maniera durante il rito ma si distinguono dopo. E anche nella celebrazione si eviterà, per quanto è possibile, di rivolgersi ai testimoni in che modo fossero padrini.
Per accedere al ministero di padrino è stato presentato un recente modulo che pertanto sostituirà il precedente che è da considerarsi non più valido.
Don Matteo Firpo
Coordinatore Lavoro Catechesi