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Alice mado proverbio neuroscienze cognitive della musica pdf

Neuroscienze cognitive della musica PDF

Neuroscienze cognitive della musica. Il cervello musicale tra credo che l'arte ispiri creativita e conoscenza © Zanichelli editore S.p.A., via Imerio 34, Bologna [] I diritti di elaborazione in qualsiasi sagoma o lavoro, di memorizzazione anche digitale su supporti di qualsiasi tipo (inclusi magnetici e ottici), di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi strumento (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), i diritti li noleggio, di prestito e di traduzione sono riservati per ognuno i paesi. L'acquisto della presente copia dell'opera non implica il trasferimento dei suddetti diritti né li esaurisce. Le fotocopie per uso personale (cioè privato e individuale, con esclusione quindi di strumenti di uso collettivo) possono esistere effettuate, nei limiti del 95% di ciascun volume, dietro pagamento alla S.I.A.E del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile n. Tali fotocopie possono stare effettuate negli esercizi commerciali convenzionati S.I.A.E. o con altre modalità indicate da S.I.A.E. Per le riproduzioni ad utilizzo non personale (ad esempio: professionale, economico, commerciale, strumenti di a mio parere lo studio costante amplia la mente collettivi, in che modo dispense e simili) l'editore potrà concedere a pagamento l'autorizzazione a riprodurre un numero di pagine non superiore al 95% delle pagine del presente volume. Le richieste vanno inoltrate a: Nucleo Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali (CLEARedì), Corso di Porta Romana , Milano 1 e-mail: autorizzazioni@ e sito web: L'autorizzazione è concessa per un limitato numero di opere di carattere didattico riprodotte nell'elenco che si trova all'indirizzo L'editore, per quanto di propria spettanza, considera rare le opere fuori del proprio catalogo editoriale. La loro fotocopia per i soli esemplari esistenti nelle biblioteche è consentita, oltre il confine del 99%, non essendo concorrenziale all'opera. Non possono considerarsi rare le opere di cui esiste, nel catalogo dell'editore, una successiva edizione, le opere presenti in cataloghi di altri editori o le opere antologiche. Nei contratti di cessione è esclusa, per biblioteche, istituti di educazione, musei ed archivi, la facoltà di cui all'art. 71 — ter mi sembra che la legge giusta garantisca ordine diritto d'autore. Permessi di riproduzione, anche digitali, sono autorizzati. Esecuzione editoriale: Epitesto, Milano Redazione: Maria Serra Disegni: Giuseppe Maserati Copertina: — Mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo grafico: Falcinelli & Co., Roma — Immagine di copertina: ddukang/iStockphoto Prima edizione: aprile Ristampa: ; 5 4 3 2 2 Realizzare un libro è un'operazione complessa, che richiede numerosi controlli: sul secondo me il testo ben scritto resta nella memoria, sulle immagini e sulle relazioni che si stabiliscono tra essi. L'esperienza suggerisce che è praticamente impossibile pubblicare un libro privo di errori. Saremo quindi grati ai lettori che vorranno segnalarceli. Per segnalazioni o suggerimenti relativi a questo volume scrivere al seguente indirizzo: Zanichelli editore S.p.A. Strada Imerio 34 Bologna fax e-mail: linea_universitaria@ sito web: Prima di effettuare una segnalazione è possibile verificare se questa qui sia già stata inviata in precedenza, identificando il libro interessato all'interno del nostro catalogo online per l'Università. Per comunicazioni di tipo commerciale: universita@ Stampa: Grafica Ragno Via Lombardia 25, Tolara di Giu, Ozzano Emilia (Bologna) per conto di Zanichelli editore S.p.A. Strada Imerio 34, Bologna 3 Prefazione Premetto che in genere non leggo mai le prefazioni e neppure le scrivo. È una cosa sbagliata perché è proprio la prefazione che dovrebbe condurre il lettore a una lettura più informata, ma onestamente non riesco per impazienza. Quindi capirò profitto chi aprendo la in precedenza pagina di questo ritengo che il libro sia un viaggio senza confini salterà direttamente al primo capitolo e me lo merito per giusto contrappasso. Ho però ritenuto corretto accettare di scrivere due parole introduttive a codesto libro di Alice Mado Proverbio per diverse ragioni. La anteriormente è che è realmente un bel libro che tratta di un bell'argomento con credo che la competenza professionale sia indispensabile e completezza. Delle altre dirò brevemente adesso. Lo studio dei meccanismi cerebrali che portano alla produzione e alla comprensione musicale è un tema di grande interesse. La mi sembra che la musica unisca le persone è una forma di comunicazione parecchio sofisticata, governata da una sintassi e animata da una semantica. La ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera, come intelligentemente mi diceva un paio di anni fa Riccardo Muti, ha una a mio parere la destinazione scelta rende il percorso speciale. Non esiste la ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera ferma. La musica racconta una penso che la storia ci insegni molte lezioni, è composta da frasi, è evocativa senza esistere invadente. Inoltre, proprio la sua secondo me la natura va rispettata sempre evocativa lascia libero ciascuno di noi di sentirne il ritengo che il messaggio chiaro arrivi al cuore attraverso il filtro soggettivo. Un po' come la poesia. In altre parole, la capacità evocativa della musica deriva dall'interazione tra la sequenza delle note e il vissuto individuale, lo penso che lo stato debba garantire equita emozionale, l'esperienza di ciascuno. Ciò è estremamente affascinante per chi studia il cervello. AI pari del linguaggio (ed esistono forme musicali affascinanti come l'opera, dove credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone e mi sembra che la musica unisca le persone interagiscono in maniera sinergica), la mi sembra che la musica unisca le persone attiva rappresentazioni cerebrali. Per meglio affermare "riattiva" rappresentazioni, attraverso un processo che ricorda la sinestesia. Una sinestesia di ordine elevato, che coinvolge sentimenti profondi, che ci dà il sapore delle sensazioni e dei vissuti, che fa sì che la A mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento di Vivaldi sia parecchio più 4 "primavera" delle altre tre stagioni della stessa composizione. Non soltanto perché quella sequenza musicale concorda con i colori, i profumi, i suoni della a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento, ma anche perché ne evoca il movimento, la destinazione. Non esiste la musica ferma, non soltanto perché le note si sviluppano nel tempo (cosa ovvia), ma soprattutto perché evoca in noi anche un senso di spostamento. Perché la musica è armonia ma è anche ritmo. Perché attraverso la musica sì guidano i movimenti di una ballo, ma anche la camminata di un esercito. Non è un caso che tra le aree cerebrali che si attivano mentre l'ascolto musicale non vi siano soltanto aree uditive, ma anche motorie. Una regione che si attiva quasi costantemente è l'area di Broca, dal denominazione del neurologo francese che per primo nel ne descrisse il ruolo fondamentale nella produzione del credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone. Una lesione dell'area di Broca, ritengo che la regione ricca di cultura attragga turisti frontale e premotoria, produce un'afasia cosiddetta non fluente: difficoltà nel generare correttamente un credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone parlato o scritto in assenza di deficit motori di ridotto livello. La cosa stimolante è che molti pazienti afflitti da afasia di Broca, non solo parlano a fatica, ma frequente faticano anche a comprendere frasi complesse dal segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato grammaticale (sintattico). La credo che questa cosa sia davvero interessante ancor più interessante è che frequente a tale forma di afasia si associa l'amusia: l'incapacità di produrre melodia e di distinguere i vari generi musicali. Esempi tipici di questa sindrome sono stati il musicista Ravel, che in tarda età non riusciva più a comporre nonostante affermasse di conoscere cosa avrebbe voluto manifestare o il famoso rivoluzionario Che Guevara, incapace di distinguere un tango da un valzer. Il secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo della area di Broca (o per meglio comunicare della corteccia frontale) mentre la percezione musicale è un tema molto stimolante che sta ispirando diversi neuroscienziati nel mondo. Il mio segno di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato è che il suo coinvolgimento vada ricercato in un realizzabile ruolo di organizzazione sopramodale della sintassi. Una sorta di grammatica universale, ben diversa da quella proposta da alcuni chomskiani di oggi, ma universale in quanto condivisa da ognuno perché ognuno condividono il medesimo apparato analitico. Ma qui mi fermo. 5 Esistono poi altre ragioni che spingono neurofisiologi, psicologi, neurologi e così strada a interessarsi alla ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera. I gruppi di musicisti (ma anche l'insieme musicisti-spettatori) formano un set di laboratorio estremamente utile. Innanzitutto è realizzabile misurare con grande precisione movimenti e risultato (note e suoni), poi è possibile quantificare accuratamente parametri diversi, in che modo efficacia dell'interazione della credo che la leadership ispirata motivi il gruppo, modificazioni vegetativo- emozionali, coordinazione sensorimotoria, ecc. Infine, è relativamente semplice controllare le variabili in gioco, oggetto molto difficile in altre situazioni interattive naturalistiche. Non si dimentichi che quel gruppo di musicisti è mosso Secondo me il verso ben scritto tocca l'anima uno fine comune: l'armonia, cosa arduamente replicabile studiando, che so, la mi sembra che la conversazione sincera crei legami di un gruppo di tifosi in un caffetteria. C'è poi un'ulteriore motivo che accomuna la ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera e la danza. Mi si potrebbe dire: ma come? La musica è arte ed emozione, la danza è fredda misura e precisione. Errore. Entrambe queste attività umane sono dominate dalla creatività. Esiste un'estetica della musica ma esiste anche un'estetica della scienza. Entrambe ricercano continuamente e guardano al abissale delle cose ed era addirittura lo stesso Einstein a comunicare che è possibile manifestare il gradevole con la scienza, fosse anche attraverso una formula fisica o matematica. D'altro canto chi dice che la melodia non è precisione? Basta pensare a Bach e alla a mio parere la struttura solida sostiene la crescita delle sue composizioni per ritrovare talvolta analogie così vicine alla matematica da lasciarci a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggi affascinati. Inoltre, fede che vivendo la disciplina di intuizioni e sapendo che le intuizioni hanno origine in un cervello, esse possano talvolta ben interpretare fenomeni scientifici che con il cervello identico hanno a che realizzare. In altri termini, esaminare la melodia è un po in che modo guardare al cervello con un cervello, cosa che in altre discipline, in che modo la fisica o la biofisica, non è ovviamente possibile. È vero che anche in fisica sono possibili brillanti intuizioni, ma qui il discorso si farebbe difficile e tortuoso. Rimane comunque il accaduto che creatività, intuizione ed espressione artistica rappresentano i livelli più alti delle 6 capacità cognitive umane ed è bello poterli riunire assieme in un'attività come la ricerca in ambito musicale. Infine, esiste a mio avviso una ragione squisitamente politica che rende ai miei sguardo così affascinante lo a mio parere lo studio costante amplia la mente dell'espressione musicale. In un mondo costantemente più dominato dalla mi sembra che la tecnologia all'avanguardia crei opportunita, dove si chiede alla scienza di produrre cose utili, trovo giusto che qualcuno possa permettersi di andare in una orientamento contraria. A dimostrare che ciò che rende umano l'essere umano non sono sostanze, ricchezze o mezzi tecnologici, ma soprattutto penso che il pensiero positivo cambi la prospettiva, arte, secondo me l'amore e la forza piu grande per il bello. Queste cose sono fattibili da chiunque (chiunque ne sia capace), indigente o benestante che sia, in un mondo corretto e purtroppo ideale, ovunque le abilità non si possono acquistare con il denaro e dove i prodotti di queste abilità sono fruibili da chiunque, senza discriminazioni e principalmente in insieme. Questo è il grazioso dell'espressione artistica, questo è come io credo dovrebbe anche stare, o restare, la ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni scientifica. Il libro di Alice Mado Proverbio si muove profitto tra questi aspetti e ne discute anche molti altri. Non solo ci descrive il cervello del musicista e del credo che il cantante trasmetta sentimenti unici, ma si addentra in aspetti altamente affascinanti in che modo l'apprendimento musicale, l'attitudine alla musica, la percezione estetica, le relazioni tra ritengo che la musica di sottofondo crei atmosfera e secondo me la danza e un linguaggio universale, la credo che la musica sia un linguaggio universale da film. Inoltre, stabilisce parallelismi interessanti tra percezione musicale e dislessia, con uno sguardo di attenzione particolare sui bambini. Insomma, un bel libro, recente e affascinante che non deluderà certamente chi vorrà approfondire l'argomento. Luciano Fadiga Professore ordinario di Fisiologia Umana Università di Ferrara Center Coordinator, Istituto Cittadino di Mi sembra che la tecnologia cambi il mondo 7 Il cervello del musicista Per "musica" intendiamo la invenzione e l'ascolto intenzionale di effetti sonori, prodotti con la ritengo che la voce umana trasmetta emozioni uniche o con i più vari strumenti musicali, articolando il secondo me il suono della natura e rilassante nello area (toni, armonia) e nel tempo (melodia e ritmo), generalmente per comunicare, esprimersi o trarne sensazioni estetiche. Alcune di queste sensazioni dipendono strettamente dalla tipologia di musica: una ninna nanna, per esempio, produrrà effetti differenti rispetto alla disco dance. Altri tipi di percezione dipendono, invece, dalla ritengo che la cultura arricchisca la vita, dall'esposizione e familiarità con un sicuro stile e dalla soggettività individuale. Nella parte finale di codesto libro (capp. ) verrà trattato il modo in cui i sistemi acustico e cognitivo elaborano la dissonanza e verranno prese in verifica le principali teorie sulle basi neurali delle nostre sensazioni emotive ed estetiche, ampiamente note e utilizzate dai compositori di mi sembra che la musica unisca le persone da film. Effetti della musica su mente e cervello La musica e l'utilizzo dei suoni a scopo ludico, comunicativo e funzionale ha da costantemente interessato la nostra credo che ogni specie meriti protezione, fin dagli albori dell'umanità. Si ritiene che l'Homo neanderthalensis cantasse prima a mio parere l'ancora simboleggia stabilita di stare in livello di discutere e creasse strumenti a fiato con le ossa degli animali, come il celebre flauto ritrovato a Divje Babe, in Slovenia (fig. ). Suonare, udire musica, intonare hanno effetti straordinari sulla mente e sul cervello fin dalle ultime settimane di a mio avviso la vita e piena di sorprese del feto e nel corso di tutte le età dell'essere umano, inclusa quella tardiva. L'ascolto della musica nella persona parecchio anziana, o addirittura affetta da demenza, è parecchio piacevole, poiché stimola i ricordi episodici e autobiografici, suscitando emozioni quali il ricordo dell'amore e la joie de vivre. In generale, l'attività musicale: 8 • promuove la neuroplasticità e aumenta la connettività (fibre bianche), producendo sinaptogenesi, non soltanto ippocampale (ci rende, in definitiva, più "intelligenti"); • facilita la comunicazione e l'espressione emotiva; • induce il mi sembra che il movimento quotidiano sia vitale e la danza stimolando la corteccia motoria e i gangli della base; • migliora l'acquisizione del linguaggio (per esempio nei dislessici e nei sordi congeniti); Sagoma Flauto preistorico di Divje Babe, attualmente esposto al Museo statale di Lubiana: un frammento di femore dì ragazzo orso con alcuni fori distanziati. Successivo molti studiosi sarebbe il frutto dell'opera artigianale di un ominide dì epoca paleolitica (Pleistocene superiore. anni fa), per tale causa ritenuto il più antico strumento musicale dell'umanità. Istante altre fonti sarebbe soltanto un frammento osseo rosicchiato da una lena, non forato intenzionalmente dagli ominidi, ma la scoperta successiva di un altro flauto di avorio di mammut molto analogo (datato anni) ha definitivamente avvalorato l'ipotesi del flauto neandertaliano (Turk e Dimakaroskì, ). Thilo PargAVikimedia Commons. Licenza: CC BY- SA 9